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La banalità del senso
Ci sono attimi della nostra vita, nei quali avvertiamo, pur se in modo vago, che il senso del nostro vivere è associato a luoghi, oggetti, odori, sguardi, sapori, considerati di norma insignificanti, perché troppo “ordinari” o addirittura “banali”. E, tuttavia, essi favoriscono l’emergere di significatività che, come lampi o visioni improvvise, investono i diversi ambiti e momenti della nostra esistenza. E dobbiamo riconoscere che proprio in quei momenti capiamo che la nostra vita non sarebbe la “nostra” vita, senza quei luoghi, quei posti, quegli oggetti, quei frammenti, che – tra l’altro – non ci chiedono mai niente, in cambio delle esperienze che ci offrono. In realtà, pure se appaiono del tutto…
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Lo sguardo dell'angelo
Vi è mai capitato che, d’un tratto, qualcosa o qualcuno che, fino allora, era per voi quasi invisibile, nella sua scontata quotidianità, abbia acquisito forza di esistenza e visibilità? E sia riuscito ad offrirvi addirittura motivi impensati del suo insostituibile “esserci”? Al punto da darvi l’impressione di riscoprire in quel momento la vita stessa? Ecco, è allora che avete sperimentato una specie di “miracolo” che ha modificato il vostro sguardo e il vostro “sentire”! Vi è mai successo? A me è accaduto, qualche rara volta. È come vedere veramente qualcosa o qualcuno, che fino allora era come in ombra. Da allora ho cominciato a pensare che vivere, “vivere davvero”, forse,…
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Lo sguardo delle cose
Non avete l’impressione che qualcosa non funzioni nel principio etico secondo cui non bisogna trattare le persone come una cosa, come oggetto? Non nel senso che il principio non sia valido, ma nel senso che esso mostra un “tallone d’Achille”. Infatti quel principio si fonda sul presupposto che le cose, invece, non si appartengono, possono essere possedute, non possono essere concepite come soggetto di nessun diritto (Lalande). Ma è proprio così? È, quest’ultima, una giusta prospettiva? Se il principio di cui sopra presuppone un’eccezione, nel senso che esiste qualcosa, intorno a noi, che può essere usata e abusata in quanto oggetto, chi ci impedirebbe di trovare, come è già accaduto,…
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Il Timelapse e l'arte della manutenzione dell'intelligenza
I lettori più giovani di questo blog o i più “tecnologici”, sanno molto bene cos’è il timelapse o time-lapse. Non è il caso qui di fermarsi ad illustrarne i dettagli tecnici, ma molti avranno già fatto esperienza di quella tecnica cinematografica guardando le sigle che aprono famose serie tv, come Il Trono di Spade o House of Cards, o I Borgia, o alcuni documentari naturalistici. La domanda ora è: che c’entra il time-lapse con la manutenzione dell’intelligenza? Perché scomodare la tecnologia? (Anche se occorre dire che ormai la tecnologia, almeno a partire da Galilei, non è più solo uno strumento del sapere, come un paio di occhiali che possiamo sostituire…
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Se il cielo tocca la terra…
Chissàse alcuni di voi hanno mai fatto la mia stessa esperienza. Certo non in Italia. Perché i limiti e la configurazione del nostro paesaggio non ne offrirebbe l’occasione. A me è capitato, una volta, in Brasile. In un’area non distante dal centro geodesico dell’America del Sud. Quando mi sono trovato, all’improvviso, davanti a una pianura sconfinata. Senza montagne, né colline, né foreste, nécostruzioni di sorta che potessero costituire un ostacolo per lo sguardo. Era una visione dove l’occhio si perdeva, era “libero” di perdersi, senza nessun limite all’orizzonte, direi quasi senza nessun orizzonte. C’era solo “qualcosa”, come due piani indefiniti, il cielo e la terra, che, paralleli, senza incontrarsi mai,…