• Cosa è davvero in gioco oggi?

     I “filosofi consiglieri“, per definizione, hanno fretta: pensano di contribuire alla riforma dello Stato, ma vogliono  farlo nel minor tempo possibile. Quindi, dal momento che in quanto filosofi non sono dotati di eccezionale pazienza politica, i “filosofi consiglieri” tendono a rivolgersi di preferenza ai tiranni, piuttosto che a un leader democratico.  In effetti, tutti i filosofi che hanno preteso di intervenire e agire nel “presente politico”, o influire sulla politica corrente, sono stati, in ogni epoca, attratti dalla tirannide. Penso che non ci sia niente che ci aiuti meglio a contestualizzare il curioso moltiplicarsi di filosofi consiglieri, nella presente fase drammatica e decisiva della storia europea, delle  riflessioni del grande Alexandre…

  • Interpretare testi e pensare la Storia

     Se mettiamo insieme la difficoltà di interpretare testi scritti, (non solo, ahimè, da parte dei ragazzi!), con la carenza di una filosofia della storia, potremmo forse capire molti   incomprensibili comportamenti attuali.  Come spiegare infatti l’intrigo caotico tra rifiuto della scienza, la presunzione di sapere senza specifiche competenze, l’ambiguità sul carattere universale dei diritti umani fondamentali, l’inquietante e pericolosa equidistanza tra regimi liberali e quelli autoritari o dittatoriali?   E che dire di quanti chiedono a popoli interi di rinunciare alla loro libertà di dopo aver denunciato per mesi e anni  la “dittatura”, solo per l’obbligo della mascherina e di green pass? Come giustificare curiose forme di pacifismo che fanno…

  • Non è una questione di principio, è il piccolo Davide aggredito da Golia

    Contra factum non est argumentum, dicevano i logici antichi.  In effetti è vero, ci sono alcuni fatti ai quali si deve rispondere solo con altri fatti. Non bastano le dichiarazioni di principio, né l’ostinata ricerca di ipotetiche ragioni. In certi momenti della storia, momenti così “affilati” da lasciare cicatrici (R Calasso),  la sola proclamazione di valori e di principi, corre il rischio di diventare un astratto esercizio retorico e una inutile esternazione,  se non si indica la strada attraverso cui quei valori possono farsi storia e tradursi in scelte concrete e immediate.  Anzi, in alcuni casi, le pure dichiarazioni equivalgono solo a un girarsi dall’altra parte. E tuttavia ci sono…

  • La vita schiacciata sul proprio opposto.

     Diciamoci la verità. Il nostro problema oggi è che non siamo più capaci di confrontarci né con il negativo, né con la differenza, se non nei termini di una semantica e una logica di potenziale annientamento. Oggi, “la questione“, non solo politica ma culturale, è tutta qui: il prevalere di un approccio “militare” ai problemi del “negativo”, della “differenza” e alla fine della relazione con l’  “altro”. Ne abbiamo avuto una drammatica e sorprendente conferma anche durante le vicende della pandemia, quando anche gli scienziati, schierati con le loro truppe cammellate, in vari modi,  hanno dimostrato, secondo una tesi da tempo enunciata da Norbert Elias, che anche la scienza, alla…

  • Sanificare la democrazia

    Una questione sicuramente decisiva, nel nostro mondo in rapida trasformazione, riguarda la necessità di ripensare i limiti all’esercizio del potere. Perciò, se c’è un compito prioritario, oggi, per il futuro della democrazia, è l’urgenza di limitare e monitorare più attentamente il potere e i poteri. Arrivano infatti troppi segnali relativi al fatto che, sul piano dell’esercizio del potere politico, (ma anche economico, mediatico, ecc.), qualcosa, nelle società democratiche avanzate non funziona più bene. Arrivano chiari segnali che i tradizionali meccanismi per il controllo dei “controllori” non sono più sufficienti. Quegli strumenti erano stati pensati per rendere impossibili forme di governo autoritario o totalitario. Ma, come difendere la democrazia, oggi, quando sono…