• Ricordando Wittgenstein. A proposito di maestri

    Forse “cultura”, “sapere”, sono sempre, in un certo modo, un ricordare, un fare memoria. Forse la cultura è nata proprio come memoria. Memoria nel senso di “memoriale”, secondo il significato che tale termine conserva nel linguaggio religioso e in quello teologico, come ciò che consente di rivivere, di ri-presentare attualmente l’evento del passato, in tutta la sua efficacia e non solo come puro ricordo mentale. Da questo punto di vista il sapere, se è tale, non può non essere sempre incontro effettivo, esperienza, incontro denso di senso, “conversazione” attuale con protagonisti o documenti nodali del cammino della ricerca, dell’esperienza e del cammino intellettuale dell’umanità. Il vero sapere, il vero conoscere…

  • Le fragili stagioni dell'amore. C'è ancora spazio per pensare oggi laicamente l'amore?

    Percorsi, ferimenti, cercatori, deserti. Percorsi: “quando l’amore era un dio”Eva Cantarella, L’amore è un Dio, Feltrinelli 2007, racconta l’Eros e la polis, le figure mitologiche e archetipiche dell’esperienza umana dell’amore, “quando la passione confondeva il cielo e la terra”, quando tutto è cominciato.Ferimenti: “il potere dell’Amore”Nadia Fusini, L’amore necessario, Mondadori 2008, racconta storie di donne che soffrono, attraverso un’analisi del potere di Amore, il dio che imprigiona e scuote ma non cessa di ammaliare.Una speranza?Cercatori e deserti: cercare ancora? Emozioni di un cercatore senza mappeTi ho cercatorandagionei vicoli dei miei anni Ti ho cercatoansimantenei sogni delle mie nottiTi ho cercatoattentonei volti delle mie donne Ti ho cercatodisperatonelle pieghe dei miei…

  • noi creatori di quello che saremo

    Sentite cosa scriveva secoli fa il grande Giovanni Pico della Mirandola a proposito di uomo e natura: “Finalmente m’è parso di aver capito perché felicissimo e quindi degno di ammirazione sia l’uomo; e quale sia, nella serie della natura, la condizione che egli ha sortito: invidiabile non solo dai bruti, ma dagli astri, ma dalle intelligenze stesse ultramondane. Cosa incredibile e stupenda!” Infatti quando tutto l’universo fu ordinatamente disposto, il Supremo Fattore si rivolse al primo uomo e gli parlò così: “Né determinata sede, né proprio aspetto né dono veruno speciale ti abbiam fatto, o Adamo, affinché quella sede, quell’aspetto, quei doni che coscientemente tu abbia bramato, quelli, di tua…