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Penso, dunque rido!
Una coppia di coniugi molto anziani, oltre i novant’anni, consulta un avvocato divorzista. Il legale chiede: ”Perché adesso? Avete più di novant’anni, siete sposati da oltre settant’anni, perché divorziare adesso?”. I due spiegano: “Volevamo aspettare che i ragazzi non ci fossero più!”. Se avete ridacchiato, – commenta il matematico John Allen Paulos -, probabilmente non avete un cervello di silicio (forse un cuore di pietra, ma non un cervello di silicio, come un robot!). Riconoscere le sfumature emotive richiede una somma di abilità che ovviamente non sono ancora (se mai lo saranno!) tra le proprietà delle macchine intelligenti, riconosce Martin Minsky. In realtà,quelle abilità non sembrano tanto diffuse neppure tra…
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NO MISTAKES?…NO TRUTH!
“La cosa che mi rende più ottimista è la forte probabilità che abbiamo completamente sbagliato. Tutto”. Questa paradossale frase di Steve Grand, scienziato, ricercatore di vita artificiale, è palesemente in controtendenza nei confronti dei modi comuni di pensare. E tuttavia, se fossimo attenti conoscitori di storia (ah, la storia…!), e di “storia della scienza” (questa cenerentola dei curricula scientifici e formativi nelle nostre scuole e nelle università!), quella frase non ci apparirebbe troppo paradossale e potrebbe anche darsi che possa insegnarci addirittura qualcosa. Anzi potrebbe anche indicarci una strada possibile per immaginare il nostro futuro. Certo, a patto che abbiamo il coraggio della consapevolezza espressa da Steve Grand! Lo storico…
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CON KANT NEL…“PAESE DEI BALOCCHI”
Sarà vero? Sociologi ed esperti della comunicazione dicono che l’obiettivo della pubblicità e delle tecniche di marketing è trasformare i consumatori in bambini! Questo renderebbe infatti più facile proporre e vendere prodotti…e sogni connessi! Sarà vero? Perché, se così fosse, si spiegherebbero meglio anche tanti altri fenomeni difficilmente comprensibili. Per esempio, quello che accade, in campo sociale e politico, in tema di consenso, elettorale ma non solo. Come spiegare, infatti, prolungati consensi e strane forme di “amore mimetico” verso capi, siano essi politici o altri personaggi pubblici in genere, che la storia, immancabilmente, si incarica, poi, di dimostrare rovinosi per il futuro di quelle comunità? Certo, appare semplicistica e, forse,…
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Happy hour! Sappiamo ancora cosa raccontare?
Pensiero unico, o omologazione del pensiero (che, in realtà, non è altro che l’azzeramento del “pensare”) è, anche, quell’accettazione inconsapevole del linguaggio dominante, in cui le domande fondamentali sono congedate quali domande generali, cioè vaghe, astratte, non operazionali. Mi pare, anche questo, uno degli effetti dello slittamento progressivo delle istanze intermedie della democrazia, verso quella che Zagrebelsky ( il suo Il “crucifige” e la democrazia, Einaudi, è da rileggere!) considera una “acritica democrazia del popolo”, verso quelle derive populistiche che apparentemente promettono di “semplificare” i meccanismi democratici, garantendo una maggiore partecipazione “diretta”, ma, in realtà, conducono al “volontario” dissolvimento della capacità di valutare criticamente le scelte politiche e pubbliche. Una…
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Vogliamo ricominciare a studiare?
Una reazione (e un errore!) molto comune oggi, data la superficiale – e analfabeta – tipologia di lettura delle vicende pubbliche, è essere indotti a pensare, infantilmente, che, nelle nostre società globalizzate, tutte le questioni siano riconducibili ad un unico centro di potere o di comando, abbattuto o cambiato il quale, ogni problema si possa risolvere e riportare alla normalità! Ma già Michel Foucault, qualche decennio fa, nelle analisi raccolte nel libretto (da rileggere!) La microfisica del potere (Einaudi), ha descritto diversamente le modalità dell’esercizio del potere, nella società complessa. Qui il potere non è mai riconducibile solo a moloch chiaramente individuabili, né tanto meno identificabili facilmente solo con le…