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Parliamo tutti sotto dettatura?
È vero, “il linguaggio non va preso troppo alla lettera” (W. Heisenberg). Ma che succede quando si ammala? Che succede quando la malattia del linguaggio diventa “mostruosa” e si diffonde con la velocità delle pandemie? Che succede quando il linguaggio “si è talmente autonomizzato da diventare una forza a sé, che ci trascina dove non vogliamo veramente andare”, invece di fungere da docile strumento delle nostre intenzioni, come scrive Rocco Ronchi sulla scia del giovane Nietzsche (Rocco Ronchi, La malattia mostruosa, in Uwe Pörksen, Parole di plastica, Textus))? In realtà, nota il linguista Uwe Pörksen nel suo libro ancora attuale e prezioso, una piccola serie di parole o termini in apparenza…
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Il tempo dell'interruzione
E se la pandemia fosse anche una lente di ingrandimento sulla nostra vita? In questo caso essa ci consentirebbe di vedere nelle tante “sospensioni” a cui siamo stati costretti, altrettanti appelli a trasformare quelle “sospensioni” in vere e proprie “interruzioni“. In realtà, a volte, accadono cose che scompaginano i nostri orizzonti di aspettative, in vari modi, nel bene e nel male. In quei momenti, tuttavia, ci viene richiesto non tanto di “riprendere” la normale routine, quanto piuttosto di lasciare che “la prosa” ordinaria del mondo presente, venga “interrotta“, deostruita, ripensata, per poi ripartire. L’interruzione infatti è quella condizione per cui siamo chiamati a inventare, per così dire, una nuova grammatica, nuove metafore per…
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Sanificare la democrazia
Una questione sicuramente decisiva, nel nostro mondo in rapida trasformazione, riguarda la necessità di ripensare i limiti all’esercizio del potere. Perciò, se c’è un compito prioritario, oggi, per il futuro della democrazia, è l’urgenza di limitare e monitorare più attentamente il potere e i poteri. Arrivano infatti troppi segnali relativi al fatto che, sul piano dell’esercizio del potere politico, (ma anche economico, mediatico, ecc.), qualcosa, nelle società democratiche avanzate non funziona più bene. Arrivano chiari segnali che i tradizionali meccanismi per il controllo dei “controllori” non sono più sufficienti. Quegli strumenti erano stati pensati per rendere impossibili forme di governo autoritario o totalitario. Ma, come difendere la democrazia, oggi, quando sono…
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Oltre l'antropocentrismo
Se c’è una lezione da imparare oggi, è che viviamo all’interno di un cambiamento di paradigmi. Abbiamo molti segnali di questo processo, del resto avviatosi già da qualche tempo, ma che la pandemia, proprio perché “pandemia”, sta rendendo più profondo, visibile e accelerato. Anche se non siamo ancora in grado di misurare l’impatto di questo processo sui macro-ambiti più diversi della nostra esistenza. Non sappiamo, per esempio, quale impatto annunciano sintomi come i terremoti e le ristrutturazioni in corso nel campo dell’economia, o i mutamenti e riorganizzazioni degli equilibri e dei rapporti di forza sul piano geopolitico. Non conosciamo quale impatto avrà ciò che sta accadendo nel campo della scienza,…
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L'Europa è i suoi Caffè
“L’Europa è i suoi Caffè”, è il primo di cinque assiomi che, secondo George Steiner, definiscono la sostanza dell’Europa, e che egli espone nell’appassionato libretto Una certa idea di Europa. Probabilmente noi, oggi, dopo l’esperienza di “confinamento”, a causa della pandemia, quando la questione dell’apertura o meno dei caffè o dei bar ha assunto un ruolo insolitamente decisivo, siamo meglio in grado di cogliere tutto il senso culturale ed esistenziale di quella sorprendente e suggestiva affermazione. In effetti, ci sono momenti e periodi della nostra vita, nei quali sentiamo e comprendiamo vagamente che il senso del nostro vivere è associato, in gran parte a posti, a luoghi, e anche a oggetti,…