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Mi chiamano natura e sono tutta arte
Qualcosa non va nel nostro rapporto con la “natura”. Qualcosa non funziona più. La nostra conoscenza della physis, e il tipo di rapporto che abbiamo stabilito con essa, non aiuta più, noi esseri naturali, a crescere insieme. Sì, perché è il tipo di atteggiamento che instauriamo con la natura/physis, che determina anche la conoscenza che abbiamo di essa, e quindi di noi stessi. Ebbene, possiamo comprendere meglio ciò che non va, se rammentiamo l’idea di Paul Claudel, secondo cui la conoscenza (connaissance) è essenzialmente co-nascita, (co-naissance) crescita simultanea degli esseri nell’unità della physis, intesa appunto come crescita e nascita (Paul Claudel, Ars poetica). In effetti, il termine greco physis, secondo…
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La santa ignoranza
Chi potrebbe calcolare quanto abbiamo perso, noi italiani, con l’abolizione delle facoltà di teologia nelle università, operata dallo Stato unitario negli anni settanta dell’800? E quale impoverimento culturale ha prodotto quella decisione, frutto di un ideologico e miope anticlericalismo? Per quale motivo, grandi e prestigiose università americane come Yale o Harvard o importanti università pubbliche europee, inglesi, tedesche, austriache, ecc., offrono corsi o facoltà di teologia, mentre in Italia la semplice idea di una presenza di tali corsi di studi all’interno delle università è considerata, come minimo, stravagante? Perché ad Harvard, per esempio, un laureato in matematica o in fisica può considerare “normale” prendere anche una laurea in teologia, mentre…
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Lo sguardo delle cose
Non avete l’impressione che qualcosa non funzioni nel principio etico secondo cui non bisogna trattare le persone come una cosa, come oggetto? Non nel senso che il principio non sia valido, ma nel senso che esso mostra un “tallone d’Achille”. Infatti quel principio si fonda sul presupposto che le cose, invece, non si appartengono, possono essere possedute, non possono essere concepite come soggetto di nessun diritto (Lalande). Ma è proprio così? È, quest’ultima, una giusta prospettiva? Se il principio di cui sopra presuppone un’eccezione, nel senso che esiste qualcosa, intorno a noi, che può essere usata e abusata in quanto oggetto, chi ci impedirebbe di trovare, come è già accaduto,…
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Il diluvio universale e la relazione materna
È intrigante la lettura che Peter Sloterdijk fa del racconto biblico del “diluvio universale”, racconto presente nelle scritture sacre ebraico-cristiane ma anche narrazione costante in molti antichi racconti religiosi e mitici. Sloterdijk sostiene che il racconto del diluvio è un vero punto di svolta nella storia dell’umanità e della consapevolezza umana: nnm testimonia infatti la presa d’atto, da parte degli esseri umani, che la natura non è più madre, e che, a partire da quell’evento, realistico o simbolico che sia, il compito di essere madre nei confronti di umani, animali e vegetali, è affidato ormai all’umanità. (cfr. Sfere II, Cortina Editore). In altre parole, la relazione materna, da quel momento,…
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Fallimenti umani e compassione
Il fallimento e lo scacco sono esperienze di fronte alle quali gli esseri umani reagiscono sempre in modo scomposto. E tuttavia, occorre onestamente prendere atto che i fallimenti costituiscono la “costante” più evidente e innegabile di ogni narrazione della storia, sia quella degli individui, che quella delle comunità o dei popoli. Una costante talmente “ingombrante” da mettere in crisi tutti i tentativi, finora intrapresi dal pensiero occidentale, di elaborare trionfanti filosofie della storia e disegni organici dello sviluppo delle civiltà. Se poi proviamo ad allargare un po’ lo sguardo, ci accorgeremo che, al di là della vicenda umana, anche tutta la storia del cosmoe quella della natura raccontano di una…