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Un “fronte del linguaggio” per una nuova cittadinanza
“Il linguaggio dovrebbe essere al centro di qualunque analisi della politica!” Non ho mai dimenticato questa frase di Pierre Bourdieu (La responsabilità degli intellettuali, Laterza). A partire dalle sue analisi ho imparato a modificare il mio approccio nei confronti dell’informazione politica, del linguaggio politico e dei discorsi dei politici. Ho imparato a “leggere” in modo meno acritico la comunicazione politica. Ho colto l’urgenza di un ascolto “scettico e diffidente” delle parole dei politici. Ho smesso l’ingenua abitudine a considerare come un “dato”, da cui partire, tutto quello che viene detto nel dibattito politico. Ho cominciato a non farmi dettare dai discorsi dei politici i temi su cui riflettere e discutere.…
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I PAPI E LA LUNA…
“La luna di Papa Giovanni”. A detta dei “laici” autori dei famosi “elenchi” della trasmissione, molto seguita, di RAI 3, “Vieni via con me”, è una delle cose “di cui siamo fatti”, ( noi: gli ideatori, i protagonisti, gli innumerevoli spettatori del programma, una parte notevole degli italiani). Il papa è Giovanni XXIII, il papa che con il “Concilio” ha aperto una fase e un cammino nuovo nella vita della Chiesa cattolica e forse del Cristianesimo. Anche se quel sentiero sembra uno dei sentieri interrotti nella storia della Chiesa! La ”luna”, di cui si parla, si riferisce a una frase detta da quel papa la sera del giorno di apertura…
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Alla ricerca delle parole perdute…
Sarà capitato anche a voi! Soprattutto a quelli che hanno qualche anno in più. Quelli che possono stabilire, per questo, confronti tra i comportamenti di oggi e quelli di due o tre decenni fa. Immaginate di trovarvi tra clienti, in attesa, dai barbieri o dai parrucchieri; o tra i frequentatori abituali di bar o di circoli ricreativi; o tra invitati a feste, a cene o a cerimonie varie. Immaginate anche che, come spesso avviene, i personaggi in questione siano di varia estrazione sociale e culturale. Alcuni operai, altri professionisti; alcuni con titoli di studio, altri senza; alcuni “istruiti” altri quasi analfabeti. Adesso provate a ricordare i loro discorsi, quando parlano…
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Dallo scopone “scientifico” al “racconto della scienza”
Che le indagini internazionali sull’istruzione rivelino un grave deficit di conoscenza scientifica negli alunni delle nostre scuole è sicuramente paradossale! Dal momento che viviamo in un paese tra i più industrializzati, per giunta in un’era tecnologica avanzata, a 500 anni da quella rivoluzione scientifica che ha dato un nuovo volto al mondo moderno e ha cambiato le nostre menti! Paradossale anche perché è abbastanza evidente che non c’è ambito o questione, oggi, in cui l’argomento decisivo non sia quello scientifico. “Scientifico”, “scienza” sono termini e concetti a cui fa appello chiunque, dall’ intellettuale al politico, dall’imprenditore all’artista, dal teologo al docente e all’educatore, dal venditore alla casalinga, dagli anziani ai…
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Elogio dell’umorismo e della leggerezza. Un altro modo di conoscere
Chi sarebbe disposto ad associare l’umorismo e la leggerezza con le modalità della conoscenza? Chi riesce ad immaginare uno scienziato, un ricercatore, uno studioso in genere che si avvicina ai suoi oggetti attraverso la strada dell’umorismo? Non siamo piuttosto propensi ad associare la ricerca, l’indagine, lo studio e la conoscenza in genere con l’aspetto serioso, con la fronte corrugata, con quell’espressione che hanno spesso tanti autoproclamatisi maestri, o intellettuali, o autorità morali e guide spirituali, o studiosi ed esperti, tale per cui sembra che tutti i pesi e i problemi del mondo siano sulle loro spalle e le sole soluzioni possibili a quei problemi debbano necessariamente emergere dai loro sforzi?…