• Gli altri nomi della "crisi"

    E se fosse un’opportunità? Non dico: se la crisi fosse “anche” un’opportunità, perché questa interpretazione sembra quasi ovvia, per molti. No, dico invece: se la crisi fosse semplicemente e “nient’altro” che una opportunità? Certo, qui dovrebbero venirci in aiuto i cultori della classicità. Loro dovrebbero accompagnarci alle radici della nostra storia umana. Loro potrebbero guidarci verso le origini del nostro linguaggio e del nostro “sentire”; verso i primi vagiti delle parole che oggi usiamo in modo meccanico e inconsapevole. Potrebbero accompagnarci, per esempio, verso l’inizio del percorso linguistico e concettuale che ha generato la nostra parola “crisi”. Potrebbero aiutarci a immaginare cosa avevano in mente gli uomini che hanno cominciato…

  • La "struttura che connette"

    Come è strano, a volte, il nostro rapporto con alcuni libri, soprattutto quelli che abbiamo amato o che amiamo! Sembra quasi che spesso quei libri si comportino come scomodi testimoni o come petulanti questuanti! O come certe persone, magari conosciute tanto tempo prima ma dimenticate, che quando ti incontrano cercano insistentemente di farsi riconoscere. O come certi rimpianti che non cessano di occuparti la coscienza. O come un amante trascurato, e ostinato, che nei modi più imprevedibili, sta lì a ripeterti: “io sono qui e aspetto!”; a cui magari segue un  “dobbiamo vederci adesso…ho qualcosa da dirti!” Chissà se capita anche a voi quello che è capitato a me. Mi…

  • TUTTO È GIÀ CAMBIATO?

    Se si osserva con distacco e serenità l’azzuffarsi dei gruppi umani intorno ai cambiamenti, con un occhio attento alla storia della cultura, c’è di che sorridere. Fa sorridere questo schierarsi e contrapporsi tra chi è favorevole al cambiamento e chi vorrebbe mantenere le cose come “sono sempre state”. Fa sorridere la resistenza alla novità. Fa sorridere quella tenace logica, interna alle culture e alle comunità culturali, che, denominando le cose e imponendo linguaggi, categorie e metafisiche, apparentemente presumono di mantenere tutto uguale. Fa sorridere la tendenza ad attribuire i cambiamenti prevalentemente alla forza di volontà e alle soggettività. Fa sorridere il modo in cui siamo così attenti a focalizzare come…

  • Story teller nella “noosfera” digitale

    Questo nostro mondo si sta trasformando sempre più da “società delle merci“, figlia della rivoluzione industriale iniziata col telaio a vapore alla fine del Settecento, in una società dell’ in-formazione (del mettere “in forma”). Un mondo cioè in cui gli oggetti divengono sempre più virtuali e vengono rappresentati non più dalla loro tangibile concretezza, ma da simboli che viaggiano alla velocità della luce attraverso un tessuto che tende a ricoprire tutto il globo e raggiungere chiunque, qualsiasi sia la sua attesa. Ma tutto questo è forse solo il completamento di quel processo di simbolizzazione del mondo, che ha avuto inizio quando, con la comparsa dell’Homo Sapiens sapiens, si ebbe per…

  • Un “fronte del linguaggio” per una nuova cittadinanza

    “Il linguaggio dovrebbe essere al centro di qualunque analisi della politica!” Non ho mai dimenticato questa frase di Pierre Bourdieu (La responsabilità degli intellettuali, Laterza). A partire dalle sue analisi ho imparato a modificare il mio approccio nei confronti dell’informazione politica, del linguaggio politico e dei discorsi dei politici. Ho imparato a “leggere” in modo meno acritico la comunicazione politica. Ho colto l’urgenza di un ascolto “scettico e diffidente” delle parole dei politici. Ho smesso l’ingenua abitudine a considerare come un “dato”, da cui partire, tutto quello che viene detto nel dibattito politico. Ho cominciato a non farmi dettare dai discorsi dei politici i temi su cui riflettere e discutere.…