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Le "svolte" di papa Francesco
Sicuramente, Laudato si’, la recente lettera circolare (in gergo, enciclica), èdestinata a far discutere, non solo i cattolici. Sicuramente si tratta di un testo innovativo, e per qualche aspetto rivoluzionario, che si inserisce in un dibattito che non può non coinvolgere ogni individuo ragionevole. Tuttavia mi sembra utile evidenziare qui, non tanto i pur importanti contenuti, peraltro già analizzati da molti esperti sotto diverse angolazioni, quanto piuttosto quelle che mi sembrano vere “svolte” sul piano metodologico. Cioè dal punto di vista del tipo di approccio alle questioni della conoscenza e dell’esistenza umana. Certo, non pretendo di interpretare le intenzioni di Papa Francesco, ma mi pare che tutta l’argomentazione della Lettera…
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Salvate il messaggero Bruno!
“Voglio volare! …Voglio che finalmente la mia coscienza possa esplodere come un astro luminoso, che ogni cellula del mio corpo diventi spirito!” Mentre leggevo queste ultime frasi di Tre storie magiche di A.Jodorowsky, a distanza di qualche giorno dalla ricorrenza dell’anniversario del rogo di Giordano Bruno, mi è venuto naturale pensare che avrebbe potuto pronunciarle anche lui, quasi come l‘auspicio di un’era nuova e di potenzialità umane fino allora impensabili. Del resto in alcune sue pagine dove “annuncia, con l’entusiasmo del prigioniero, che vede cadere le mura della sua cella, il crollo delle sfere che ci separano dai vasti spazi vuoti e dagli inesauribili tesori del perennemente mutevole, eterno e infinito…
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La vita è una ginnastica del desiderio
Sembra così semplice e ovvio oggi il linguaggio del desiderio! Eppure l’esperienza lo smentisce continuamente, rivelandone le trappole, i vuoti, l’ambivalenza, gli inganni. La semplificazione attuale degli oggetti del desiderio e il marketing dell’immaginario hanno spostato il “desiderare” nel campo delle “procedure”, in vista di “obiettivi” facilmente individuabili. In realtà, tutta la scena del desiderare ha a che fare piuttosto con la sfera dell’incertezza. “Desiderio”, infatti, si riferisce a un’assenza. Spesso a una perdita. E, comunque, a una mancanza. Perciò, anche, a un’attesa. È stato detto che la carenza di desideri è povertà, ma, a voler essere realistici, è proprio il desiderio a rivelare l’essenziale mendicità della condizione umana. Per…
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L'altro nome della bellezza: imperfezione
Affermazione certamente dissonante, almeno di fronte al tipo di consapevolezza culturale, comune tra noi occidentali. Infatti, chi accosterebbe bellezza con imperfezione? Ci viene più “naturale” evocare con la nozione di bellezza lo splendore della natura che fiorisce, l’armonia di un corpo, la perfezione dell’ideale, il bene o la santità, magari l’oggetto perfetto del desiderio, ma, sicuramente, per nessuno sarebbe facile vedere nell’imperfezione, nella disgregazione, nell’umiltà (= ciò che è fatto di terra e di fango), un’incarnazione stessa della bellezza. È così difficile, infatti, sottrarsi, almeno a livello cosciente, alla prigione interiore del dualismo bellezza-bruttezza, dalla quale siamo soliti giudicare ogni cosa, secondo rigidi canoni di gusto. E allora potrebbe essere…
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Tempo di ripensamenti
C’è un concetto, espresso da papa Francesco, in interviste o discorsi, che fa riflettere, che potrebbe far riflettere. Si tratta dell’idea secondo cui oggi occorrerebbe rielaborare tutto il pensiero (non solo teologico) a partire dalle periferiedel mondo, a partire dagli “altri”, da quelli che non hanno una vita e non hanno voce. Probabilmente, è tutta qui la “novità“ e la “sfida” di questo papa. È da qui, e non tanto dal suo parlare di povertà, di chiesa povera o di riforma delle sue strutture, che si originano le motivazioni profonde di alcune forme, palesi o sotterranee, di preoccupazione e di opposizione alla sua linea, che emergono non solo in grossi…