• Una regressione linguistica?

    Noi umani siamo le uniche creature capaci di pensare il nostro “dire” e di parlare del linguaggio che usiamo. Noi dovremmo aver acquisito l’abilità di meta-comunicare, cioè la capaci di dire “sto dicendo che…”. È vero anche che a scuola, dice lo scrittore Marco Balzano, ci insegnano a scrivere (a parlare no!), ma “non ci dicono che le parole hanno corpo e si possono maneggiare”, con effetti imprevedibili, se lo si fa senza consapevolezza. Ma come spiegare certe fasi della vita delle società, come quella in cui ci troviamo oggi, nelle quali le parole e i discorsi erompano come tsunami distruttivi, come eruzioni vulcaniche, senza che si capisca veramente “chi…

  • Il caso serio del linguaggio

    Cosa rischiamo nel passaggio dal “politichese” a un tipo di gergo che si potrebbe chiamare “populese”? Infatti il progressivo impoverimento linguistico che riguarda sia la comunicazione privata che quella pubblica sta diventando davvero una questione urgente. Lasciatemi condividere, a tale proposito, un’esperienza che penso facciate anche molti di voi. Una volta, qualche decennio fa, quando ci si sedeva nel salone di un barbiere, o ai tavolini di un bar (o in altri posti simili), sembrava relativamente facile, ascoltando le “quattro chiacchiere” che si fanno di solito in quel tipo di locali per passare il tempo, indovinare, dal modo di parlare, dai vocaboli usati o dal tono dell’argomentare, chi ci si…

  • "Si sta come d'autunno…"

    Strano destino, quello del “destino” di tutti i viventi, cioè la morte. Strano destino: perché anche il suo nome, tra noi umani, è sempre nascosto, in un modo o nell’altro. È vero che, recentemente, a quanto sembra, nei media l’immagine più rappresentata è quella dei cadaveri, ma anche tale accentuata spettacolarizzazione della morte diventa una forma di oscuramento della stessa: perché la si tiene a distanza e la si accosta prevalentemente in contesti straordinari, accidentali e particolarmente violenti e cruenti. Quella che viene rappresentata infatti non è la morte di ognuno di noi. Strano destino, quello della “sora nostra morte corporale”, che viene per lo più, rimossa, come avviene sempre…

  • Chi ha paura della storia?

    La vita, a volte, ci offre dei piccoli segnali, ai quali dovremmo prestare più attenzione di quanto non facciamo di solito.  Uno di quei segnali, da tenere sempre sotto controllo, penso sia lo spazio che viene dato alla conoscenza della storia nei sistemi formativi e scolastici di ogni tipo. Soprattutto perché c’è uno strano fenomeno che periodicamente si ripresenta nella vita delle società e che di solito viene spiegato con argomenti apparentemente razionali oppure pragmatici. Si tratta della pretesa di riscrivere o cancellare o spingere verso l’oblio la memoria storica. A volte con la presunzione di dare inizio all’Anno Zero!  Pretese e progetti di questo genere non sono sempre evidenti,…

  • Il segno dell’umano

    E se scomparissero il linguaggio e la conversazione?  Riusciamo ad immaginare un mondo umano caratterizzato dall’assenza della parola? Sarebbe ancora umano? Riusciamo ad immaginare una società umana in cui il linguaggio si è ridotto solo a una serie di grugniti? Anche se, a dire il vero, qui e là, si notano già alcuni segnali di tale trasformazione. Infatti, non siamo quasi al grugnito ogni volta che la parola, sia pure per difendere cause giuste, viene usata come violenta invettiva, come strumento di aggressione, come insulto, come disprezzo, come dileggio?  Sempre più spesso, molti sembrano ignari del fatto che la parola umana è, allo stesso tempo, sacra e fragile come un…