• Quelle voci dagli abissi del passato

    Le notizie relative alla distruzione delle tracce del passato remoto dell’umanità, di cui si è sentito parlare in questi giorni e nei mesi scorsi, danno senz’altro da pensare.  Certo, quel furore iconoclasta e quella mania distruttrice del patrimonio culturale e storico – un “genocidio culturale“, come lo ha definito Ban Ki-moon – è l’espressione del tentativo  di annientare l’identità di minoranze religiose, culturali o nazionali. Ma non è solo questo. E neppure si tratta solo del bisogno di dimostrare e imporre la propria forza e il proprio potere sui territori conquistati. Nè solo della necessità di richiamare su di sè l’attenzione dei media e del mondo con atti sicuramente eclatanti…

  • Se le religioni reimparassero a narrare

    Sì, se le religioni re-imparassero la loro originaria – e peculiare – funzione di story teller, di narratrici di storie e di racconti di “fondazione”, forse la storia del mondo oggi sarebbe diversa. Qualcuno ha scritto che non può esserci pace tra i popoli e tra le civiltà senza pace tra le religioni: le vicende recenti, a volte drammatiche, pur interpretabili in parte con processi di adulterazione delle religioni stesse, sembrano in realtà, confermare quella tesi. E allora, sì, se le religioni fossero capaci di riprendere il loro compito originario, forse il destino del mondo globalizzato potrebbe essere diverso, forse potrebbe ridursi in parte il potenziale di violenza che avvelena…

  • Il meglio del peggio

    Succede anche questo, in un tranquillo pomeriggio di fine estate. Succede anche questo, quando, seduti sulla riva di un lago, ci si lascia accarezzare dalla sua arietta piacevole e rilassante. Succede mentre si lasciano i pensieri vagare senza ordine e senza meta, come sarebbe bene fare più spesso, non solo in vacanza. Ebbene succede di fermarsi sulla seguente idea: provare a scoprire il meglio anche nel peggio. Certo, di questi tempi, a molti appare difficile anche cercare il meglio nel bene, figuriamoci ipotizzare che anche il peggio possa contenere una dimensione migliore! Siamo talmente incupiti dalla sensazione che dovunque si guardi si vedono solo tenebre e degrado che sembriamo schiavi…

  • Itaca o il viaggio? Scegliere nel tempo della velocità

    Non vi affrettate, gentili lettrici e lettori, a rispondere subito: Itaca eil viaggio! Perché ciò che sembra facilmente assemblabile in un “pacchetto” turistico non lo è, quasi mai, quando urgono le questioni importanti della vita. Certe volte, come “recitava” Kavafis, bisogna “scegliere” il viaggio, e accontentarsi di esso, godendone, sopportandone anche i timori, pur senza smettere di “avere in mente Itaca”. Certe volte bisogna decidersi, adesso, per nuove “piccole” possibilità di diventare umani, senza attardarsi a pretendere tutto insieme. Certe volte bisogna accettare anche di “fare” la veritàun pezzo per volta, o, se si è saggi, di farsi “condurre” da essa, giorno per giorno, piuttosto che pretendere di “contenerla” nella…

  • La materia che diventa bellezza

    Ci sono momenti in cui si ha l’impressione di vivere nel tempo della povertà e dello squallore. Condizione questa che sottrae l’anima a un’epoca!. Ci sono momenti in cui abbiamo il timore che qualcuno abbia spazzato via tutti i nostri orizzonti. Ci sono momenti in cui è veramente difficile intravvedere vie di uscita collettive o personali. Ci sono quei momenti in cui gli uomini non scorgono altre prospettive che il dilemma tra tornare al passato e il buio. Ci sono – nella storia degli umani – gelidi momenti in cui sembrano dominare solo paura, sospetto, mancanza di immaginazione, ripiegamento, scomparsa della fiducia e della speranza, il tutto accompagnato da una…