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Che significa essere vivi?
Forse occorrerebbe riconoscere, una buona volta, che non esiste un’arte del vivere che si possa imparare, né tanto meno insegnare. L’ educazione e la formazione stessa, possono servire forse solo ad accompagnare per un tratto “fuori dai confini noti” (non è forse anche questo il senso di e-ducere ?) gli individui, in attesa che eventualmente “accada” loro di intravvedere in parte la propria strada. E a tal fine offrire al massimo una sorta di “cassetta degli attrezzi”, utile durante un cammino non programmabile. Senza dimenticare, d’altra parte, l’insolubile dilemma insito in tutti i processi formativi ed educativi, i quali mentre dovrebbero far emergere l’unicità di ogni educando, non fanno altro…
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La cultura…e i volti
In tempi in cui si discute tanto di riforme degli studi, di formazione o, addirittura, di “emergenza educativa”, forse dovrebbe essere prioritario non accontentarsi di cercare soluzioni tecniche od operative, non accontentarsi di essere solo “funzionari” del sapere, senza andare alla radice dei problemi. In tutte la questioni relative alla formazione, alla educazione, alla conoscenza, alla cultura, sono sempre in gioco domande più “radicali”, alle quali, sembra, non siamo più capaci di rispondere. Che sia anche questa una espressione dell’”analfabetismo di ritorno”, che pare tipico, anche, degli intellettuali e di chi opera nel campo dei saperi e della cultura, oggi? Non sarebbe il caso allora di intendersi – prima di…