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Lezione muta di una donna mite
Non avevo mai riflettuto sulla forza della mitezza come mi sta capitando adesso, mentre fisso, col cuore carico di dolore, impotente, la mia novantaduenne madre, immobile su un letto di ospedale! Immobile ma con una forza irresistibile di attrazione! Non cosciente ma fonte e destinataria di accorati e insistenti messaggi! Mi sorprendo nello scoprire quanto una donna, così avanti negli anni, fragile, semplice e trasparente, incapace di qualunque sentimento ostile, benché minimo, possa esercitare un ruolo di maestra da quella muta cattedra! Non avevo mai riflettuto su quanto potente potesse essere quel suo strano modo di amare, convinto di dover sempre donare, solo donare, senza mai aspettarsi qualcosa in…
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La "struttura che connette"
Come è strano, a volte, il nostro rapporto con alcuni libri, soprattutto quelli che abbiamo amato o che amiamo! Sembra quasi che spesso quei libri si comportino come scomodi testimoni o come petulanti questuanti! O come certe persone, magari conosciute tanto tempo prima ma dimenticate, che quando ti incontrano cercano insistentemente di farsi riconoscere. O come certi rimpianti che non cessano di occuparti la coscienza. O come un amante trascurato, e ostinato, che nei modi più imprevedibili, sta lì a ripeterti: “io sono qui e aspetto!”; a cui magari segue un “dobbiamo vederci adesso…ho qualcosa da dirti!” Chissà se capita anche a voi quello che è capitato a me. Mi…
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Il gioco a due e il… “terzo escluso”
Chissà se la partecipazione degli italiani ai recenti referendum ha espresso un momento di espansione della coscienza o soltanto una reiterazione di quello che Michel Serres ( Tempo di crisi, Bollati Boringhieri) chiama il monotono e infecondo “gioco a due” che le società umane praticano da molto tempo! Il “gioco a due” è quello che appassiona tanto le folle e le nostre antiquate politiche. Il “gioco a due” è quello che lascia fuori il “mondo” dagli interessi di politici, leaders, opinion makers, educatori, religiosi, uomini di cultura, imprenditori, ecc. La loro inadeguatezza e desuetudine, come quella dei cittadini in genere, si misura dalla loro ignoranza delle “parole” e delle “cose”…
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Il mantello di Arlecchino. Educare, perché?
Quando si parla, oggi, di crisi dell’educazione, di crisi della scuola e della formazione; quando si parla di “emergenza educativa”, si intende, forse, sottolineare che, oggi, l’educazione è il primo problema o che, oggi, l’educazione è essa stessa un “problema” Forse si intende anche sottolineare la difficoltà, oggi, di essere educatori da parte di adulti, genitori, docenti, chiese, scuole, istituzioni e autorità di ogni genere Forse ci si riferisce, anche, da parte di qualcuno, in modo un po’ riduttivo, al problema di trovare o aggiornare tecniche e mezzi educativi Per qualche altro, la crisi è legata ai cambiamenti in atto nel mondo contemporaneo e alla crisi delle antiche istituzioni e…
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La cultura…e i volti
In tempi in cui si discute tanto di riforme degli studi, di formazione o, addirittura, di “emergenza educativa”, forse dovrebbe essere prioritario non accontentarsi di cercare soluzioni tecniche od operative, non accontentarsi di essere solo “funzionari” del sapere, senza andare alla radice dei problemi. In tutte la questioni relative alla formazione, alla educazione, alla conoscenza, alla cultura, sono sempre in gioco domande più “radicali”, alle quali, sembra, non siamo più capaci di rispondere. Che sia anche questa una espressione dell’”analfabetismo di ritorno”, che pare tipico, anche, degli intellettuali e di chi opera nel campo dei saperi e della cultura, oggi? Non sarebbe il caso allora di intendersi – prima di…