• Chi ha paura del desiderio?

    In realtà, “la storia umana è la storia dei Desideri desiderati”.  Forse è questo tipo di desiderio che inaugura e muove la storia umana. È quel desiderio che Alexabdre Kojève chiama “antropogeno“, cioè non il desiderio di una cosa specifica ma il desiderio del desiderio dell’altro. Il linguaggio del desiderio oggi sembra quasi ovvio. Eppure l’esperienza lo smentisce continuamente, rivelandone le trappole, i vuoti, l’ambivalenza, gli inganni, le implicazioni. Nonostante il fatto che la semplificazione attuale degli oggetti del desiderio e il marketing dell’immaginario abbiano ormai trasferito il “desiderare” nel campo di semplici “procedure”, in vista di “obiettivi” facilmente individuabili.  Probabilmente, sul senso umano del desiderio sappiamo ancora molto poco.…

  • La resistibile soglia del male

    È una importante rivelazione quella contenuta in una pagina del romanzo Il Maestro e Margherita, straordinaria e intricante “sinfonia” letteraria di Michail Bulgakov. La pagina è quella in cui, nel dialogo tra Woland (Satana) e Margherita, veniamo a sapere che Satana (Woland), il quale “vuole costantemente il male ma opera anche il bene“, e riesce addirittura a venire in aiuto delle persone, a punire i malvagi e gli arroganti, a riconosce la verità, e realizzare grandi azioni straordinarie, ha solo una soglia che non può mai attraversare: quella della pietà, della misericordia, della compassione. Da quella, si guarda bene, perché, egli teme, “talvolta essa s’insinua del tutto inattesa e insidiosa,…

  • Lo sguardo delle cose

    Non avete l’impressione che qualcosa non funzioni nel principio etico secondo cui non bisogna trattare le persone come una cosa, come oggetto? Non nel senso che il principio non sia valido, ma nel senso che esso mostra un “tallone d’Achille”.   Infatti quel principio si fonda sul presupposto che le cose, invece, non si appartengono, possono essere possedute, non possono essere concepite come soggetto di nessun diritto (Lalande). Ma è proprio così? È, quest’ultima, una giusta prospettiva? Se il principio di cui sopra presuppone un’eccezione, nel senso che esiste qualcosa, intorno a noi, che può essere usata e abusata in quanto oggetto, chi ci impedirebbe di trovare, come è già accaduto,…

  • Rovine, archeologi e l'arte del custodire

    Ahimè, non dovremmo domandarci, una buona volta, come mai siamo cosìincuriositi, cosìrispettosi, cosìattenti a non fare danni, così carichi di domande e di attese, verso i ruderie le rovine, verso le tracce delle devastazioni del tempo e della storia su edifici e monumenti, mentre, invece siamo tanto incapaci di com-prensione, di rispetto e di com-passione verso i segni e gli sfregiche le devastazioni della vita, i crolli etici e gli smottamenti della personalità, producono sui volti e sulla prassi degli umani? Come mai siamo così impegnati a custodire ruderi e tracce materiali, spinti, da un lato, dalla riverenza per quello che fu e, dall’altro, dal desiderio e dalla speranza di poter…