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Mi chiamano natura e sono tutta arte
Qualcosa non va nel nostro rapporto con la “natura”. Qualcosa non funziona più. La nostra conoscenza della physis, e il tipo di rapporto che abbiamo stabilito con essa, non aiuta più, noi esseri naturali, a crescere insieme. Sì, perché è il tipo di atteggiamento che instauriamo con la natura/physis, che determina anche la conoscenza che abbiamo di essa, e quindi di noi stessi. Ebbene, possiamo comprendere meglio ciò che non va, se rammentiamo l’idea di Paul Claudel, secondo cui la conoscenza (connaissance) è essenzialmente co-nascita, (co-naissance) crescita simultanea degli esseri nell’unità della physis, intesa appunto come crescita e nascita (Paul Claudel, Ars poetica). In effetti, il termine greco physis, secondo…
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Critica della trasparenza
Cosa perdiamo se guardiamo un film e badiamo prima di tutto al “significato”, preoccupandoci di tradurre in linguaggio logico e coerente il flusso delle immagini, invece di lasciare ad esse l’iniziativa e farci guidare dalle loro suggestioni? Cosa perdiamo quando davanti a un quadro cerchiamo i testi e i concetti di cui quelle immagini sarebbero la visualizzazione, invece di farci provocare dal gioco di quelle forme e quei colori? E soprattutto quanto perdiamo quando nell’ascoltare un canto ci lasciamo sequestrare dalle parole invece di consentire alle note di accompagnarci nel territorio dell’indicibile? Cosa perdiamo se la musica diventa solo “parole in musica”? Vi siete mai fatte queste domande? Io mi sono fatto…
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Lo sguardo delle cose
Non avete l’impressione che qualcosa non funzioni nel principio etico secondo cui non bisogna trattare le persone come una cosa, come oggetto? Non nel senso che il principio non sia valido, ma nel senso che esso mostra un “tallone d’Achille”. Infatti quel principio si fonda sul presupposto che le cose, invece, non si appartengono, possono essere possedute, non possono essere concepite come soggetto di nessun diritto (Lalande). Ma è proprio così? È, quest’ultima, una giusta prospettiva? Se il principio di cui sopra presuppone un’eccezione, nel senso che esiste qualcosa, intorno a noi, che può essere usata e abusata in quanto oggetto, chi ci impedirebbe di trovare, come è già accaduto,…
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Il problema dell'altro, di fronte all'estremo
Il titolo di questo post richiama una condizione cruciale della nostra esistenza contemporanea. Il problema dell’altro, – che si impone oggi principalmente a partire dall’ottica dei confini, delle soglie/muri, dei confronti/scontri tra noi e gli altri, tra popoli e culture, – ripropone una impasse che si è presentata diverse volte nella storia dell’umanità. Impasse che ha spinto nel passato gli umani verso l’abisso, esattamente verso l’estremo rischio per la convivenza. Situazione di impasse che, bisogna pur dire, ha più volte costretto gli umani a inventareo riscoprire valori essenziali per la loro salvezza. Il titolo di questo post, però, evoca anche due libri di Tzvetan Todorov, filosofo, semiologo e storico delle…
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Uno Young Pope per Paolo Sorrentino
Cominciamo con il sottolineare un fenomeno apparentemente paradossale, di cui anche The Young Pope è un segno: in tempi di “eclissi del sacro”, di chiese vuote e di marginalizzazione della religione nella coscienza comune, assistiamo a un moltiplicarsi della presenza del fatto religioso in romanzi, film, serie tv. Basta girare per le grandi librerie, guardare più spesso film di ogni genere e anche serie televisive per rendersene conto. Penso che questo fatto dia da pensare. Al punto che, se fossi responsabile della formazione del clero, obbligherei papi, vescovi, cardinali, preti e religiosi a informarsi e conoscere molto di più tutti quei prodotti culturali, e a studiarli confrontandosi con essi. Credo che…