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Quelle voci dagli abissi del passato
Le notizie relative alla distruzione delle tracce del passato remoto dell’umanità, di cui si è sentito parlare in questi giorni e nei mesi scorsi, danno senz’altro da pensare. Certo, quel furore iconoclasta e quella mania distruttrice del patrimonio culturale e storico – un “genocidio culturale“, come lo ha definito Ban Ki-moon – è l’espressione del tentativo di annientare l’identità di minoranze religiose, culturali o nazionali. Ma non è solo questo. E neppure si tratta solo del bisogno di dimostrare e imporre la propria forza e il proprio potere sui territori conquistati. Nè solo della necessità di richiamare su di sè l’attenzione dei media e del mondo con atti sicuramente eclatanti…
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Invito all'otium, per uomini di potere
Quando si studia con attenzione la storia passata e la si confronta con le vicende di oggi si è spinti spesso a pensare che “non c’è niente di nuovo sotto il sole” e che, in ogni caso, abbiamo poco da imparare dalle società che ci hanno preceduto, se non evitare i loro errori. Tuttavia non sempre ciò si rivela del tutto esatto. A volte si incontrano anche informazioni che sorprendono. Per esempio, riflettendo recentemente su certi grovigli della politica italiana (vedi le spodestate minoranze di un partito di governo che fanno la lotta al loro stesso partito), ma anche sui “santi intrighi” nei palazzi vaticani (dove sembra che gruppi di…
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L'altro nome della bellezza: imperfezione
Affermazione certamente dissonante, almeno di fronte al tipo di consapevolezza culturale, comune tra noi occidentali. Infatti, chi accosterebbe bellezza con imperfezione? Ci viene più “naturale” evocare con la nozione di bellezza lo splendore della natura che fiorisce, l’armonia di un corpo, la perfezione dell’ideale, il bene o la santità, magari l’oggetto perfetto del desiderio, ma, sicuramente, per nessuno sarebbe facile vedere nell’imperfezione, nella disgregazione, nell’umiltà (= ciò che è fatto di terra e di fango), un’incarnazione stessa della bellezza. È così difficile, infatti, sottrarsi, almeno a livello cosciente, alla prigione interiore del dualismo bellezza-bruttezza, dalla quale siamo soliti giudicare ogni cosa, secondo rigidi canoni di gusto. E allora potrebbe essere…