• TUTTO È GIÀ CAMBIATO?

    Se si osserva con distacco e serenità l’azzuffarsi dei gruppi umani intorno ai cambiamenti, con un occhio attento alla storia della cultura, c’è di che sorridere. Fa sorridere questo schierarsi e contrapporsi tra chi è favorevole al cambiamento e chi vorrebbe mantenere le cose come “sono sempre state”. Fa sorridere la resistenza alla novità. Fa sorridere quella tenace logica, interna alle culture e alle comunità culturali, che, denominando le cose e imponendo linguaggi, categorie e metafisiche, apparentemente presumono di mantenere tutto uguale. Fa sorridere la tendenza ad attribuire i cambiamenti prevalentemente alla forza di volontà e alle soggettività. Fa sorridere il modo in cui siamo così attenti a focalizzare come…

  • “Perdersi m’è dolce….”

    Una volta una cara e ammirevole amica (a cui è dedicato questo post avendolo in parte ispirato) mi ha detto che nella sua vita aveva sempre preferito i percorsi impervi e non tracciati alle larghe autostrade. Al momento non avevo dato un significato particolare a quanto diceva, se non considerandolo un modo per dire che la sua vita aveva richiesto un cammino più tortuoso, imprevisto e difficile, pur se alla fine la fatica era stata ben ripagata! Poi ho letto uno strano e interessante manuale “per perdere l’orientamento” e “imparare a vagabondare senza meta” e allora ho colto meglio e apprezzato la lezione che mi veniva da quella affermazione e…

  • Onora il tuo limite!

    Sembra che una delle ossessioni più diffuse tra gli “umani” riguardi i propri limiti. Tutti paiono intenti, in un modo o nell’altro, sia a negare o giustificare, che a nascondere o a camuffare le proprie limitazioni e le proprie fragilità. Nessun ambito dell’esperienza sembra immune da questa preoccupazione: da quelli sociali e professionali a quelli politici e culturali, e, addirittura, quelli personali o affettivi. Anche lì dove la “prossimità” o l’intimità dei rapporti richiederebbero il massimo di trasparenza e di autenticità, sembriamo, tutti, impegnati a bluffare per “apparire” diversi da come siamo. Ma l’imperfezione è veramente una “macchia”? Veramente qualcuno crede che saremmo più interessanti, più belli, più accettabili e…

  • Dimmi come giochi e ti dirò chi sei!

    Il caso dello scandalo dello sport scoppiato in Italia recentemente (tra tanti altri!) può essere l’occasione per provare ad allargare la riflessione – al di là dei problemi concreti e specifici che quella vicenda pone –  su una questione più generale di quella sportiva e più rilevante per ognuno. La domanda da porsi potrebbe essere: quale senso riusciamo ancora ad attribuire a una esperienza umana, universale, come quella del “gioco”?  Poiché, se anche il gioco è diventato soltanto un “affare”(piccolo o grande, non importa!), forse  rischiamo di perdere una dimensione essenziale dell’esperienza umana. Se non sappiamo neppure più giocare, se il giocare perde le modalitàcon le quali è apparso, come…

  • Il gioco a due e il… “terzo escluso”

    Chissà se la partecipazione degli italiani ai recenti referendum ha espresso un momento di espansione della coscienza o soltanto una reiterazione di quello che Michel Serres ( Tempo di crisi, Bollati Boringhieri) chiama il monotono e infecondo “gioco a due” che le società umane praticano da molto tempo! Il “gioco a due” è quello che appassiona tanto le folle e le nostre antiquate politiche. Il “gioco a due” è quello che lascia fuori il “mondo” dagli interessi di politici, leaders, opinion makers, educatori, religiosi, uomini di cultura, imprenditori, ecc. La loro inadeguatezza e desuetudine, come quella dei cittadini in genere, si misura dalla loro ignoranza delle “parole” e delle “cose”…