• Tempo di ripensamenti

    C’è un concetto, espresso da papa Francesco, in interviste o discorsi, che fa riflettere, che potrebbe far riflettere. Si tratta dell’idea secondo cui oggi occorrerebbe rielaborare tutto il pensiero (non solo teologico) a partire dalle periferiedel mondo, a partire dagli “altri”, da quelli che non hanno una vita e non hanno voce. Probabilmente, è tutta qui la “novità“ e la “sfida” di questo papa. È da qui, e non tanto dal suo parlare di povertà, di chiesa povera o di riforma delle sue strutture, che si originano le motivazioni profonde di alcune forme, palesi o sotterranee, di preoccupazione e di opposizione alla sua linea, che emergono non solo in grossi…

  • Da ‘dove’ parli?

    Immaginate quali effetti potrebbe avere abituarsi ad estendere questa domanda, al di là dei convenevoli della comunicazione telefonica quotidiana. Immaginate che significherebbe renderla propedeutica a ogni forma di comprensione di ciò che viene pensato, detto, ascoltato o letto, soprattutto quando si tratta di questioni di interesse generale o pubblico. In tal caso, si capisce, il “da dove” non dovrebbe essere inteso in senso topologico ma logico ed ermeneutico. In realtà, si tratterebbe di allenarsi a mettere a fuoco, nella conoscenza e nella comunicazione, primariamente, non ciò che viene detto, scritto o argomentato, ma le pre-condizioni – culturali, psicologiche, sociali, economiche … – a partire dalle quali qualcuno parla, pensa o…

  • Rovine, archeologi e l'arte del custodire

    Ahimè, non dovremmo domandarci, una buona volta, come mai siamo cosìincuriositi, cosìrispettosi, cosìattenti a non fare danni, così carichi di domande e di attese, verso i ruderie le rovine, verso le tracce delle devastazioni del tempo e della storia su edifici e monumenti, mentre, invece siamo tanto incapaci di com-prensione, di rispetto e di com-passione verso i segni e gli sfregiche le devastazioni della vita, i crolli etici e gli smottamenti della personalità, producono sui volti e sulla prassi degli umani? Come mai siamo così impegnati a custodire ruderi e tracce materiali, spinti, da un lato, dalla riverenza per quello che fu e, dall’altro, dal desiderio e dalla speranza di poter…

  • "Prendi e leggi!"

    “Che strani libri leggi!”, commentò, molti anni fa, un mio amico, guardando i titoli di un paio di libri, sulla mia scrivania. Sul momento non feci molto caso a quel commento: in fondo si trattava di libri di saggistica (antropologia, epistemologia, storia delle mentalità) e io pensai che fosse la solita reazione che un lettore di narrativa ha nei confronti di testi di saggistica, ritenuti troppo astratti o addirittura “astrusi”. Devo dire peròche sono grato a quell’amico, perché quel suo commento mi èrimasto nella mente e ogni tanto si è rifatto vivo e mi ha costretto a pensare, e a chiedermi: ma, in realtà, cosa ci spinge a scegliere di…

  • Se il cielo tocca la terra…

    Chissàse alcuni di voi hanno mai fatto la mia stessa esperienza. Certo non in Italia. Perché i limiti e la configurazione del nostro paesaggio non ne offrirebbe l’occasione. A me è capitato, una volta, in Brasile. In un’area non distante dal centro geodesico dell’America del Sud. Quando mi sono trovato, all’improvviso, davanti a una pianura sconfinata. Senza montagne, né colline, né foreste, nécostruzioni di sorta che potessero costituire un ostacolo per lo sguardo. Era una visione dove l’occhio si perdeva, era “libero” di perdersi, senza nessun limite all’orizzonte, direi quasi senza nessun orizzonte. C’era solo “qualcosa”, come due piani indefiniti, il cielo e la terra, che, paralleli, senza incontrarsi mai,…