• Quando usciremo dalla preistoria?

    Quando usciremo finalmente dalla preistoria? È vero che questo mondo è sempre più difficile da decodificare.  È indubbio anche che la globalizzazione generi paure, ansie e incertezze e conflitti.  Certamente qualcosa sta accadendo sotto i nostri sguardi distratti.  E magari è qualcosa che non riusciamo neppure a vedere, sia perché siamo occupati a guardare altrove; sia perché quello che accade oggi è inconcepibile a partire dai nostri abituali modi di guardare, e in quanto tale per noi escluso a priori.  È vero anche che, come scriveva il compianto Ulrich Beck, abbiamo a che fare con eventi globali che accadono in genere al di là della sfera della politica e della…

  • La santa ignoranza

    Chi potrebbe calcolare quanto abbiamo perso, noi italiani, con l’abolizione delle facoltà di teologia  nelle università, operata dallo Stato unitario negli anni settanta dell’800? E quale impoverimento culturale ha prodotto quella decisione, frutto di un ideologico e miope anticlericalismo? Per quale motivo, grandi e prestigiose università americane come Yale o Harvard o importanti università pubbliche europee, inglesi, tedesche, austriache, ecc., offrono corsi o facoltà di teologia, mentre in Italia la semplice idea di una presenza di tali corsi di studi all’interno delle università è considerata, come minimo, stravagante?  Perché ad Harvard, per esempio, un laureato in matematica o in fisica può considerare “normale” prendere anche una laurea in teologia, mentre…

  • La battaglia dell'immaginario

    Noi pensiamo con il corpo. Non siamo una “res cogitans” ma un corpo pensante: il nostro   pensiero è sempre “pensiero incarnato”, perciò anche necessariamente  “situato”.  Anche per questo immagini, simboli ed archetipi, accompagnano sempre e determinano spesso – non soltanto nel suo sorgere come nel pensiero infantile o in quello “primitivo” – il nostro modo di pensare e le nostre costruzioni concettuali. E alimentano così sentimenti, emozioni, desideri, bisogni.  Anche i concetti più “astratti” implicano in forme varie un non-detto, fatto di immagini, metafore e simboli, spesso silenti e inconsapevoli. Non credo che occorra scomodare Hans Blumenberg per comprendere che ogni pensiero o teoria, anche scientifica o matematica, è…

  • Democrazia è informazione

    È impossibile oggi immaginare la democrazia separata dall’informazione. Ovviamente l’informazione di cui si parla come costitutivamente connessa alla democrazia non è né solo intrattenimento, né gossip o scandalismo. E neppure una informazione rinserrata nel “cortile di casa”, priva di un continuo e ampio sguardo sul complesso e vario mondo attuale. L’informazione (le “news“) necessaria deve essere professionale, approfondita e plurale. Il diritto e il dovere di informare e di essere informati, rimangono ancora oggi tra i meno rispettati. E tuttavia senza una seria informazione, diventa impossibile per i cittadini “conoscere per deliberare“. Diventa impossibile una autentica democrazia. Tutto ciò è ancora più essenziale nel mondo globalizzato. Perciò è più inquietante…

  • Quell'oscuro desiderio…

    Chissà da quali grovigli interiori nasce quell’oscuro desiderio di vedere la gente “in ceppi”, che eccita la mente di tanti, come una strana forma di voyeurismo. Credo che neppure la psicanalisi possa aiutarci a capire quale sia l’utilità o la funzione del farsi “consumare” da quel desiderio, che ritorna ogni tanto in modo prepotente, come accade oggi. Intendo l’utilità e la funzione soggettiva.  Forse avremmo bisogno di dotarci di una sorta di “dispositivo” ermeneutico “assemblando” Freud e Nietzsche. Un tipo di operazione in cui era maestro Michel Foucault. Ma, tant’è, nel tempo delle fake news, non si accettano maestri, perché ognuno si considera maestro. Anzi, maestro di assoluto! Certo, la…