• Una festa secolare. Scommessa sugli umani

    Ci sono feste, come il Natale, che andrebbero maneggiate con cura, perché sono depositi di senso nascosto. Il Natale poi, è un fenomeno antropologico e religioso insieme, che richiede approcci ermeneutici diversi,  tali da mettere in luce i vari strati di senso, che si sono accumulati nei millenni in questa festa, e che accompagnano, consapevolmente o meno, il modo in cui, oggi, le varie culture e gruppi umani la vivono. Prima di tutto, possiamo guardare al Natale come un fatto di tradizione e di folklore. E, da questo punto di vista, considerare la sua storia, le memorie ed emozioni consolidate, ad esso connesse. Così come possiamo evidenziarne sia la forte carica socializzante,…

  • Alla ricerca di altre genealogie

    Sembra che nei periodi di confinamento si legga di più.  A me per esempio capita di leggere di più. Soprattutto romanzi e racconti. Qualcuno lo avevo già letto, altri mai. E mi sono accorto che avevo perso qualcosa di importante! Naturalmente, disponendo di più tempo con meno urgenze, diventa possibile anche indugiare, mentre si legge con più lentezza e più calma, su domande e interrogativi relativi a ciò che si sta leggendo. Capita anche a voi, immagino, mentre state leggendo, di prendervi qualche pausa per un motivo qualunque. Perché un lettore ha anche il bisogno di “staccare”, magari per far “sedimentare” qualcosa che ci ha colpito o impressionato.  Ecco, durante…

  • A ogni giorno basta la sua paura!

    Sì, a ogni giorno basta la sua paura, senza necessità di aggiungerne altre.  Infatti la paura frammenta l’anima e rende feroci gli esseri umani. Per questo il ricorso alla paura come tattica o strategia per governare i fenomeni sociali è, come la tortura, un crimine contro l’umanità! Tocca già a ognuno di noi, purtroppo, fare i conti ogni giorno con la paura “naturale”, quella che ci accompagna sempre, la paura costitutiva della nostra esistenza, prodotta dal sentimento dell’ignoto, della precarietà della nostra vita e della ineluttabilità della morte. Bene allora! Ci basta quella, senza che molti si sentano autorizzati ad aggiungere supplementi di paura “indotta”, sia pure con le più nobili motivazioni.…

  • Il non detto nella crisi delle democrazie

    Forse tutta la storia della democrazia è destinata a rimanere storia della sua sperimentazione e delle sue crisi. Tutto ciò, ha ragione Pierre Rosanvallon (Il Mulino 4/2020), nella cornice di una lunga storia di promesse non mantenute, una storia lunga di attese e di disincanto. Tuttavia, non tutto è riducibile, come si suole ripetere, al fatto che i partiti si sono allontanati dalla società, o al fatto che i partiti di sinistra avrebbero abbandonato il popolo.  Ciò che è in gioco oggi, invece, è la leggibilità della società, e la capacità di raccontarla, da ogni punto di vista. Ci mancano le categorie, ci manca anche la cultura per elaborarle.  Una…

  • Come il baule di Newton

    Alcuni miti arcaici delle origini hanno un tratto molto peculiare. Infatti fanno risiedere l’ingresso della morte nell’esistenza dell’uomo, in un “errore” originario, una “caduta”, un “peccato originale”, per così  dire. Ma ciò che è più interessante e sorprendente è che quell’errore originario è visto in quei racconti mitici come tragico e comico al tempo stesso!  Infatti, essi sostengono, all’uomo era stato concesso dal dio supremo una possibilità di scegliere la vita, ma egli se la giocò stupidamente, e ottenne per suo destino la morte”(Geo Widengren, Fenomenologia della religione). Dovrebbe bastare questo per spingerci ad uscire dalla presunzione “moderna” di poter fare a meno di ciò che è antico o “primitivo”;…