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Itaca o il viaggio? Scegliere nel tempo della velocità
Non vi affrettate, gentili lettrici e lettori, a rispondere subito: Itaca eil viaggio! Perché ciò che sembra facilmente assemblabile in un “pacchetto” turistico non lo è, quasi mai, quando urgono le questioni importanti della vita. Certe volte, come “recitava” Kavafis, bisogna “scegliere” il viaggio, e accontentarsi di esso, godendone, sopportandone anche i timori, pur senza smettere di “avere in mente Itaca”. Certe volte bisogna decidersi, adesso, per nuove “piccole” possibilità di diventare umani, senza attardarsi a pretendere tutto insieme. Certe volte bisogna accettare anche di “fare” la veritàun pezzo per volta, o, se si è saggi, di farsi “condurre” da essa, giorno per giorno, piuttosto che pretendere di “contenerla” nella…
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Salvate il messaggero Bruno!
“Voglio volare! …Voglio che finalmente la mia coscienza possa esplodere come un astro luminoso, che ogni cellula del mio corpo diventi spirito!” Mentre leggevo queste ultime frasi di Tre storie magiche di A.Jodorowsky, a distanza di qualche giorno dalla ricorrenza dell’anniversario del rogo di Giordano Bruno, mi è venuto naturale pensare che avrebbe potuto pronunciarle anche lui, quasi come l‘auspicio di un’era nuova e di potenzialità umane fino allora impensabili. Del resto in alcune sue pagine dove “annuncia, con l’entusiasmo del prigioniero, che vede cadere le mura della sua cella, il crollo delle sfere che ci separano dai vasti spazi vuoti e dagli inesauribili tesori del perennemente mutevole, eterno e infinito…
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"Quando il bambino era bambino….
…era l’epoca di queste domande: …”. Un’amica, secondo cui il mistero deve accompagnare sempre la vita dell’uomo, mi ha indotto a rileggere una poesia di Peter Handke, poeta e scrittore che amo molto. “Elogio dell’infanzia“, da cui sono tratti i versi citati sopra, invita a contemplare l’ “apertura“, del bambino che ognuno di noi è stato, alla magia, al mistero, e a qualsiasi dimensione dell’esistenza, senza pretendere di dichiararne nessuna priva di senso. In realtà, penso sia capitato a tutti, non solo a genitori e maestri, di rimanere a bocca aperta di fronte a qualche “perché” dei bambini. Tuttavia pochi, immagino, pensano che in quei “perché“, ripetuti a volte quasi ossessivamente,…
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SENSO E NON SENSO
Mi trovo spesso a riflettere, in questo periodo dell’anno, sul “senso” di ricorrenze come il Natale, sempre più superficiale fenomeno folkloristico senz’anima, non solo per coloro i quali escludono ogni considerazione per i valori religiosi, ma anche per molti di quelli che si definiscono religiosi o credenti. Il fatto non pare molto normale, dal momento che, tutti, tra l’altro, contiamo i secoli, i nostri anni e i nostri giorni, a partire proprio dall’evento ricordato dal Natale. Quell’evento, quindi, sotto certi aspetti, ha contribuito a definire la nostra identità, individuale e collettiva. Dovremmo allora pensare che quello svuotamento di senso, a cui facevo riferimento, èil prodotto di una disgregazione della memoria…
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La strana tempesta
Lasciate che vi racconti la storia di un amore, quasi clandestino; lasciate anzi che io renda il dovuto e grato omaggioall’oggetto di un amore scoperto negli ultimi mesi dell’università. Naturalmente parlo di amori intellettuali o, forse, dovrei dire spirituali, perché non si è mai trattato solo di intelletto. Ebbene, il mio primo amore è stato la filosofia con tutto ciò che essa implica e significa, ma “l’altro”, quello che non ha smesso di intrecciarsi e rivaleggiare, da un certo momento, con il primo, “l’altro”, al cui fascino non ho resistito e che, in un certo senso, mi ha fatto girare la testa, è stata la “nuova” fisica, quella nata dalla “grande…