Il tempo delle scelte
Se ti sembra normale che vengano negati, ad alcuni, i diritti umani fondamentali, aspettati che arrivi, prima o poi, qualcun altro, più forte di te, che negherà i tuoi diritti.
Perché, se c’è una lezione che la Storia, come una maestra paziente, non ha smesso di impartirci a più riprese, è che i diritti dell’uomo o sono universali o non sono!
In realtà ciò che in questi nostri tempi, in Italia e altrove, si tenta di mettere in atto, in modo più o meno subdolo, è la contrapposizione tra i diritti del cittadino e i diritti dell’uomo.
Anzi quella forma strana di democrazia che con un ossimoro viene chiamata “democrazia autoritaria”, e che recentemente, in modi sempre più espliciti, diversi gruppi cercano di proporre e costruire, si fonda proprio su una presunta sovrapposizione dei diritti del cittadino sugli universali diritti dell’uomo, se non addirittura sulla messa in mora di questi ultimi.
Qualcuno, una volta, ha detto: se Dio non c’è tutto è possibile! Oggi si potrebbe riformulare quella frase in modo comprensibile anche per quanti non hanno Dio tra le proprie ipotesi o postulati di partenza. Oggi è il caso di chiarire che se non si postulano, come base delle società, i diritti fondamentali dell’uomo, proclamandone l’universalità e il primato su quelli del cittadino, tutto è possibile. Anche la barbarie!
E purtroppo anche questo è già successo! Infatti è stato necessario attraversare l’inferno perché l’umanità arrivasse a porre un punto fermo come la “Dichiarazione – universale – dei diritti dell’uomo”, nel 1948, dopo la barbarie dei nazismi di varia denominazione e la spaventosa seconda guerra mondiale (50 milioni di morti!).
Si è trattato, con quell’atto, di un vero salto di qualità della coscienza.
Con quella dichiarazione infatti si è “cominciato” a prendere coscienza che i diritti basilari, quelli da cui tutto dipende, sono i diritti umani cioè i diritti dell’uomo in quanto tale. Abbiamo solo cominciato (perché sono passati appena 70 anni) a renderci conto che i diritti umani o sono universali o sono sempre in pericolo.
Quell’essenziale consapevolezza non era ancora chiara nella “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, seguita alla rivoluzione francese del 1789. Ed è questa mancanza che ha consentito una ambigua “dissociazione” tra diritti dell’uomo” e “diritti del cittadino”. Una dissociazione che poteva facilmente trasformarsi in contrapposizione e sovrapposizione. Come è accaduto. E gli effetti di quella ambiguità si sono visti nel prosieguo delle vicende della “rivoluzione democratica” con l’instaurazione del “terrore rivoluzionario”. Non a caso giustificato con l’obiettivo della “salute pubblica” e della “sicurezza” dei “cittadini”.
C’è, infatti, una bella differenza tra: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona” (art. 3 della Dichiarazione universale del 1948), e: “Lo scopo d’ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo vale a dire la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione”(art.2 della Dichiarazione dell’uomo e del cittadino).
La differenza decisiva sta in due piccole parole che, nella Dichiarazione del 1789 mancano: vita e persona. “Vita” : perché il diritto di ognuno alla vita è prioritario e condizione di tutti gli altri diritti. E poi, “Persona” umana: perché i diritti fondamentali non sono primariamente diritti del “cittadino”, italiano, tedesco, americano, indiano, russo,…ecc., ma diritti universali, inalienabili e imprescrittibili di ogni essere umano. I “cittadini” di ogni Stato o nazione o popolo, possono continuare ad innalzare l’edificio dei loro diritti specifici solo se i diritti umani sono garantiti per tutti, nessuno escluso!
Ciò che viene proclamato e stabilito solennemente e universalmente nella Dichiarazione del 1948 è proprio il carattere universale dei diritti fondamentali di ogni essere umano.
Ciò che viene lì sancito è che se quei diritti fondamentali non sono garantiti a tutti, e a ciascuno, nessuno potrà legittimamente rivendicarli per sé stesso o per il suo gruppo. È ciò che si diceva sopra con parole analoghe: i diritti dell’uomo o sono universali o non sono! Se non viene affermata l’universalità di quei diritti e il loro primato su quelli del “cittadino”, tutto è possibile. Anche la barbarie!
E non solo per ragioni storiche o ideologiche, ma per motivi molto concreti. Infatti, se a ogni mio diritto corrisponde il dovere degli altri di rispettarlo, per quale motivo altri, siano essi individui, gruppi, popoli, dovrebbero riconoscere i miei diritti fondamentali, se io non riconosco a loro gli stessi diritti?
Ogni forma di primatismo, di sovranismo, di naz(ional)ismo, apre prima o poi la strada alla forza, alla violenza, alla guerra e alla barbarie. È già accaduto!
Human rights first! Ecco l’unico primatismo possibile oggi.