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Per una Babele felice
È il caso di non prendere alla leggera le proteste che da qualche tempo si sollevano contro il fatto che in alcune facoltà scientifiche di università statali italiane si tengano le lezioni in lingua inglese. Invece di ridurre quelle proteste a banali rigurgiti nazionalistici di retroguardia, mi pare opportuno metterne in luce ciò che di sensato e di decisivo emerge da quelle prese di posizione. Certo, è anche importante la denuncia del residuo di colonialismo che accompagna la pervasività dell’inglese (e in misura minore del francese e dello spagnolo), in tante aree del pianeta e in tanti ambiti della comunicazione e dei saperi. Da questo punto di vista, ha ragione…