Il Tempo e la Statua greca
C’è qualcosa di non detto, in ogni inizio di un nuovo anno; c’è qualcosa di non detto, in ogni “buon anno”, ripetuto ogni 365 giorni della nostra vita! Si tratta forse del nostro drammatico rapporto con il Tempo! Il Tempo: da un lato la dimensione – forse – più propria della nostra precaria condizione umana; ma dall’altra, con il suo ritornare e ripetersi identico, segno anche di una dimensione, per così dire, “eterna”, insita nel tempo stesso! Forse è per questo,anche per questo, che il Tempo ha per noi un qualcosa di indecidibile e inafferrabile!
Cosa facciamo e cosa succede, in realtà, con il “tempo” umano? “Lasciamo” qualcosa per il dopo? O “chiudiamo” qualcosa? Prendiamo, solo, atto dell’incompiutezza di ogni costruzione, progetto o esperienza umana, escludendo altre possibilità? O ci accorgiamo – di nuovo – di avere ancora – nonostante tutto – la possibilità di rispondere affermativamente alla domanda: c’è ancora qualcosa per dopo? Cosa “facciamo” a ogni giro di boa (come all’inizio di un nuovo anno) del nostro tempo? Lasciamo qualcosa? “Ci” lasciamo ancora qualcosa? Siamo ancora in grado di credere che ci sarà qualcosa (o qualcuno)?
Il Tempo – in realtà – ci lascia sempre qualcosa; per questo, il tempo è ciò che c’è di più “umano” nello svolgersi ciclico della natura! Perciò “merita una lode”! Forse per questo siamo ancora capaci – nonostante tutto – di dire: buon anno!
C’è una poesia di Wislawa Szymborska (premio Nobel 1996) che per me riesce a esprimere, in modo efficace, questo inafferrabile, ambiguo e affascinante senso del tempo: è il caso di proporla anche a tutti i miei lettori e amici, in questo inizio d’anno! Eccola:
“Della statua in questione si è conservato il busto,
ed è come un respiro trattenuto nello sforzo
perché deve adesso
attirare
a sé
tutta la grazia e la gravità
di quanto si è perduto.
E questo gli riesce,
questo ancora gli riesce,
riesce e affascina,
affascina e dura.
Anche il tempo qui merita una menzione di lode,
perché ha smesso di lavorare e ha lasciato qualcosa per dopo”
(“Statua greca” di Wislawa Szymborska, ripresa dal sito www.lameridiana.it)
3 commenti
Anonimo
Il tempo non esiste.E' soltanto la prima difesa che l'uomo si è creato allorché si è chiesto:”Chi sono?, dove mi trovo?” Sgomento, davanti all'immensità,si è creato una tana sempre più piccola(gli anni,i giorni, i minuti, i secondi addirittura!) entro cui rinchiudersi non riuscendo a lasciarsi andare a vivere…semplicemente.La cosa senza senso che l'uomo più spesso dice è:”Non ho tempo”; ma come si fa a non avere (o ad avere) una cosa che non esiste?. Mario Rosario Celotto
Anonimo
questa è una poetessa che adoro…
Anonimo
Cos'è il tempo?Se nessuno me lo chiede, lo so;se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più.E tuttavia io affermo di sapere chese nulla passasse non ci sarebbe un passato, se nulla avvenisse non ci sarebbe avvenire, e se nulla esistesse, non ci sarebbeun presente…presente di ciò che è passato… “memoria”presente di ciò che è presente… “percezione”presente di ciò che è futuro… “aspettativa”.Passato e futuro hanno effetti nel presente solo se son presenti nel nostro presente: mutilare il presente del ricordo del passato e dell'aspettativa del futuro vuol dire privarlo di “sostanza”.TommYPpi